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La fabbrica dei Rave
La fabbrica dei Rave

La fabbrica dei Rave

L’elettricità presto finirà e non ci sarà più luce, più televisione, più il computer, più la musica, più il telefono, più il frigorifero. Ma non dovete avere paura. Vi abituerete presto. Gli uomini sono vissuti per tanto tempo senza l’elettricità. Gli bastava accendere un fuoco. Vivrete durante il giorno e dormirete appena fa buio, proprio come gli animali del bosco. All’alba saluterete il sole insieme agli uccelli. Sarà bello. Quando non avrete nulla da fare leggerete i libri. E la musica la farete cantando. La notte chiudetevi in casa e non uscite mai, per nessuna ragione. Usate le candele. Le pile solo in caso d’emergenza. Ma se ci riuscite provate a stare al buio.

nicolo ammaniti

Non ho trovato nessuna notizia su questa ex fonderia abbandonata, soltanto un articolo di giornale che raccontava di un episodio di alcuni mesi fa relativo ad un rave party organizzato qui dentro.

Immaginate un piccolo paese della cintura torinese, la musica a volume altissimo che inizia a diffondersi per le campagne circostanti insospettendo i vicini. E’ bastato poco perché arrivassero i controlli e venissero fermati e denunciate 118 persone.

Cosa rimane di questa fabbrica? Nulla solo il guscio vuoto di cemento armato e ferro decorato da tantissimi murales. Il sole che filtra tra le fessure del tetto, la natura che si sta riprendendo i suoi spazi, le bombolette spray abbandonate per terra dopo aver lasciato un segno su quei muri inermi , un piccolo urlo di ribellione impresso in mezzo a tutto quell’abbandono

Un luogo surreale che mi ha ricordato tanto il libro “Anna” di Nicolo Ammanniti.

Cosa sono i Rave Party?

I free party, comunemente chiamati anche rave party o rave, sono manifestazioni musicali autogestite

La nascita dei rave si può far risalire alla fine degli anni ottanta, in un clima di generale contestazione politica, in un momento in cui in America come in Europa si formano controculture tese a denunciare problemi politici, difficoltà economiche e disagi sociali.

I primi rave infatti trovano vita nelle fabbriche abbandonate delle metropoli americane, piu precisamente nelle fabbriche di Detroit per poi espandersi in UK e nel resto dell’ Europa. Con la momentanea occupazione di un’area industriale ormai in disuso (in inglese TAZ, cioè “Temporary Autonomous Zone) si vuole stigmatizzare la condizione sociale di migliaia di operai disoccupati e celebrare la liberazione dell’uomo dalla catena del lavoro; per un’intera notte quella fabbrica riprenderà vita e le macchine fino ad allora produttrici di merci saranno teatro di una nuova, forte espressione musicale che si esprime in un suono senza strumentispartiti, ma scandito da suoni elettronici e casse ritmiche. Anche nella scelta dei suoni, che vengono campionati e poi mixati con il computer si ritrova l’imprescindibile legame che il rave ha con la metropoli, nella quale nasce e si sviluppa; si tratta spesso di suoni provenienti dalla realtà urbana, sirene, antifurti, suoni di macchinari industriali.

Dal web:

http://www.sostanze.info/esperienza/diario-di-rave

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