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Vuoti a rendere…
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Vuoti a rendere…

UNA DELLE TANTE CASE DI CURA ABBANDONATA DEL COTTOLENGO

La mancanza.

Un vuoto dalle dimensioni esatte.

Inutile riempirlo di altra roba: si colma solo con quel pezzo che s’incastra a perfezione.

(serafinobandini, Twitter)

Penso che Il tema dei contenitori vuoti in città e della loro ri-generazione deve essere assolutamente affrontato a livello culturale e politico per i prossimi anni. Stiamo assistendo ad un aumento esponenziale di luoghi, a iniziare da alcuni centro storici delle nostre città , che rimangono enormi contenitori vuoti, un enorme patrimonio senza destino o, peggio ancora, di spazi senza funzione e socialità.

Penso che sia arrivato il momento di reinventare nuovi percorsi di rigenerazione degli edifici abbandonati pubblici ma anche di quelli privati, perchè non si può continuare ad avere bisogno di spazi per progetti, scuole, associazioni no-profit e avere enormi casermoni inutilizzati per affitti o richieste di vendita esorbitanti.

Sto pensando per esempio ad una scuola poco distante da questa casa di cura chiusa che per tutto l’anno scorso a causa di una frana ha dovuto dividere le classi in più edifici con non pochi problemi di organizzazione.

Perchè poi bisogna ammetterlo fare rimanere sfitti questi posti o in attesa di una nuova proprietà, senza manutenzione e in balia di vandali o altro, non è una buona scelta perchè le strutture si rovinano, si deprezzano e alla fine nessuno ne trae vantaggio, nè i proprietari nè la collettività.

Poi se questi edifici sono patrimonio della Curia, ossia di quella Chiesa che tanto pratica la carità forse il pensiero di utilizzarli per qualcosa di socialmente utile dovrebbe venire fuori ancora più velocemente…

VI CHIEDERETE SE LE FOTO SONO MIE? Potrei averle prese dal web o potrebbero essere di qualche mio amico oppure si potrebbero essere mie chi può dirlo…

Per ogni esplorazione condivido il pensiero di non forzare serrature o porte, spaccare finestre o scavalcare in proprietà privata ma se mi trovo un portone aperto e sbirciando dentro vedo un cerbiatto in cima alla salita che mi sembra il Bianconiglio di Alice nel paese delle meraviglie potrei anche decidere di seguirlo per scoprire cosa succede la’ dentro…

Progetti di riutilizzo di edifici abbandonati in Italia:

FONDAZIONE RIUSIAMO L’ITALIA – Da spazi vuoti a start up culturali e sociali (riusiamolitalia.it)

temporiuso

DAL WEB ALUNI PROGETTI DI RECUPERO DI SPAZI ABBANDONATI NEGLI USA:

SRO HOTEL
Gli Hotels nascono per ospitare (host) e temporaneamente (temporary) vivere (living) in alloggi-stanze a pagamento. Le cicliche crisi economiche urbane e la carenza di fondi statali hanno costretto molte città a ripensare il proprio patrimonio alberghiero in stato di abbandono.
Dagli anni ’80 negli Stati Uniti, molte Pubbliche Amministrazioni hanno avviato il programma abitativo Single room occupancy (SRO), che prevede il riutilizzo di Hotels ed altri edifici abbandonati ad uso abitativo temporaneo per persone senza tetto, con infermità mentale o malattie gravi (quali HIV), o ancora per anziani
autosufficienti e altri lavoratori con basso reddito. Gli Hotel 78 vengono dati in affitto e gestiti da associazioni sia pubbliche che private non-profit.
L’uso delle stanze-alloggio ha regole precise, che prevedono l’accesso tramite il riconoscimento degli utenti, i quali devono sottoporsi a fotografia e firma digitale (finger printer). Inoltre l’Hotel generalmente offre una serie di servizi come la mensa pubblica, e una serie di programmi di supporto e reinserimento sociale dedicati
al lavoro, l’insegnamento della lingua, la disintossicazione e le cure
mediche, come altre attività di tipo ricreativo. L’accesso agli SRO Hotels è concesso anche ai cittadini non americani, ma che dimostrino di lavorare continuativamente.
Casi studio:
Seneca SRO Hotel, California SRO Hotel, Elm SRO Hotel, Hartland SRO
Hotel, Isabella SRO Hotel, San Francisco ( www.sf-homeless-coalition.org ) / One
Million Dollar Hotel, Los Angeles / ACORN Los Angeles ( www.acorn.org ).

Transitional housing / abitazioni transitorie
Dopo solo due anni di mancato pagamento delle tasse di proprietà e verificato lo stato di abbandono di un’area o di un immobile, il Comune di appartenenza, può rilevare edifici e alloggi non utilizzati, perché costituiscono pericolo pubblico e il proprietario può essere anche multato. Questa è la legge Act 94 condemnation, dei primi anni del 2000, in alcune città degli Stati Uniti.
Molti singoli alloggi, palazzine, villette confiscati vengono poi destinati a Transitional Housing, abitazioni transitorie. Sono state anche sperimentate delle tipologie abitative temporanee autocostruite in spazi residuali tra edifici o ai margini delle
infrastrutture. Il programma adibisce alloggi temporanei che fanno da ponte tra i primi rifugi per senza tetto (emergency shelter) e una condizione abitativa stabile.
Le residenze sono accessibili temporaneamente da un periodo di 6 mesi ad un massimo di 2 anni. I residenti possono essere singoli o famiglie con basso reddito; oltre all’abitazione viene offerta assistenza per l’avvio al lavoro, l’educazione scolastica, incontri terapeutici per chi abusa di droghe, l’accompagnamento familiare e
l’assistenza alla prima infanzia.
Il costo degli alloggi prende circa il 30% del reddito nei casi di transitional housing pubblica, e il 60% nel caso dei centri TH privati.
Casi studio:
Dome village, Los Angeles (www.domevillage.org )/ , Mission Hotel
transitional housing, Tenderloin transitional Housing Clinic, San Francisco
( www.sf-homeless-coalition.org )/ www.ci.sf.ca.us , www.lacity.org/lahd ..

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