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Villa Vecchi
Villa Vecchi

Villa Vecchi

Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia.

enrico berlinguer

Siamo arrivati qui in un tardo pomeriggio di fine inverno dopo aver macinato tantissimi chilometri in una sola giornata e visitato altri luoghi abbandonati.

Davanti al cancello troviamo un auto e un signore con il suo cane, scendiamo e chiediamo se conosce la villa che c’è stata segnalata come abbandonata. Ci risponde aprendoci il cancello appena accostato e invitandoci ad entrare per visitarla.

Ovviamente non era il proprietario e per la prima volta non ho fatto quasi fotografie ma sono stata ad ascoltare la storia di quel simpatico vecchietto che era lì per far correre il suo cane nel grande parco.

Villa vecchi o Malavasi è stata fatta costruire nel 1822 dai fratelli Pietro, don Domenico, don Francesco e Alberto Tusini, è composta da edifici bassi e lunghi disposti a f orma di U, dove trovano posto l’abitazione del custode, i servizi rurali e la serra. All’interno vi è la dimora padronale attorniata da bosco-giardino con esemplari di alto fusto.

Il signore che abbiamo incontrato ci ha raccontato che il parco era utilizzato prima del terremoto per le feste dell’unità e per le feste del paese che venivano organizzate in zona. Le enormi cucine piazzate nel piano terra e i tendoni dove si distribuiva da mangiare nello spiazzo verde a fianco del giardino all’inglese della villa.

Le feste de l’Unità hanno rappresentato un pezzo di storia dell’Italia; storia personale e collettiva di milioni di donne e uomini, illustri e sconosciuti.
Storia di un grande fenomeno politico che divenne momento di acculturazione di massa, tradizione popolare, sino a diventare patrimonio della democrazia.

Rappresentavano momenti di aggregazione molto sentiti in ogni paese, la cura per il mangiare, i concerti, i balli di queste feste e hanno accompagnato un’epoca in alcune regioni come l’Emilia. Vi lascio un link di una sito di un’associazione che promuove un archivio della memoria e delle tradizioni attraverso la raccolta di fotografie, racconti, documenti, filmati e interviste alle persone,un progetto per ricostruire l’identità di una terra partendo dalla gente:

https://belgioiosoracconta.blogspot.com/2013/07/una-festa-dellunita-di-tanti-anni-fa.html

COS’ERANO LE FESTE DELL’UNITA’? (dal web)

Originariamente le feste erano organizzate dal PCI per finanziare l’organo ufficiale di stampa l’Unità. La prima di queste feste è allestita il 2 settembre 1945, a guerra appena terminata, nei comuni di Mariano Comense e Lentate sul Seveso in Lombardia, e viene chiamata “Grande scampagnata de l’Unità”. L’idea di una festa legata al giornale di partito viene dagli esuli comunisti che l’anno prima hanno partecipato a Parigi alla festa de L’Humanité, il giornale del Partito Comunista Francese. Alla festa intervengono i più importanti esponenti del partito, fra cui Giorgio Amendola, Emilio Sereni, Cino Moscatelli, Giancarlo Pajetta e Luigi Longo. Con il passare degli anni il sistema delle Feste de l’Unità si è diffuso su tutto il territorio italiano ed è diventato una delle principali fonti di autofinanziamento del partito, soprattutto per quanto riguarda le feste locali organizzate dalle Sezioni.

Dal 1979 al 2013 si sono svolte nella stagione invernale anche una trentina di edizioni della Festa nazionale de l’Unità sulla neve, organizzata per la prima volta a Folgaria.

Allo scioglimento del PCI, il Partito della Rifondazione Comunista ha dato vita alla “festa di Liberazione” ed il Partito dei Comunisti Italiani alla “festa della Rinascita”. Quando i DS entrano nel PD, nasce una discussione riguardo alle feste de l’Unità ed al loro ruolo nella nuova formazione politica. Il coordinamento dei DS denominato “Sistema nazionale delle feste de l’Unità” assume temporaneamente la denominazione di Feste del PD.

Alla nascita del Partito Democratico si è cambiato il nome della festa de l’Unità (nazionale) in Festa Democratica. A livello provinciale e locale alcune feste hanno mantenuto la denominazione tradizionale di festa de l’Unità mentre altre hanno adottato nuove denominazioni come Festa del Partito Democratico o Festa di (nome del luogo) Nel 2009 le Feste del PD assumono la denominazione di Festa Democratica ed un proprio logo di riconoscimento.

Nel giugno 2014, su proposta del suo segretario nazionale Matteo Renzi, il Partito Democratico ha sancito il ritorno alla tradizionale denominazione di “Festa de l’Unità”

Via lascio il link con gli scatti di Samuele Silva che era con me che invece ha esplorato e fotografato tutta la struttura:

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