utenti collegati
La villa della Grande Muraglia
La villa della Grande Muraglia

La villa della Grande Muraglia

La differenza tra essere e avere non è essenzialmente quella tra Oriente e Occidente, ma piuttosto tra una società imperniata sulle persone e una società imperniata sulle cose. L’atteggiamento dell’avere è caratteristico della società industriale occidentale, in cui la sete di denaro, fama e potere, è divenuta la tematica dominante della vita.
(Erich Fromm)

Dal 1600, l’Europa viene conquistata dal fascino dell’Oriente. Grazie alla Compagnia delle Indie, il continente accoglie preziosi tesori come lacche, sete, carte e porcellane, che progressivamente arricchiscono le dimore di re e principi. Questa “febbre” orientale stimola anche in Piemonte la creazione di ambienti che evocano terre lontane. I Savoia, ad esempio, non resistono a questo gusto: il Palazzo Reale possedeva tre salotti cinesi, tra cui uno firmato da Filippo Juvarra e un altro, precedente a quello del Castello di Rivoli, realizzato dai Duchi d’Aosta. Nei castelli come Aglié, Govone, Stupinigi, Moncalieri e Racconigi, gli interni sono adornati con carte da parati cinesi, raffiguranti scene di vita quotidiana, fiori, uccelli o i cicli produttivi della seta, del riso, del tè e della porcellana. In Piemonte, come nel resto d’Europa, fiorisce la chinoiserie e artisti locali, come Rebaudengo, attivo a Rivoli e in altre residenze, si ispirano agli oggetti orientali per decorare gli spazi destinati alla dinastia sabauda e all’aristocrazia subalpina. Le carte da parati del castello di Govone evidenziano la persistenza della moda delle cineserie fino al 1770.

La passione per la Cina e i suoi prodotti si diffonde in Piemonte, fungendo da stimolo per tutta la regione. Anche le residenze private vengono influenzate da questa tendenza, che perdura nei primi decenni dell’Ottocento nelle ville padronali. Questa villa, ora abbandonata, situata in un piccolo paesino tra le colline piemontesi ne è un esempio, piccoli oggetti, mobili e quadri che ricordano la Cina riempiono tantissimi angoli della casa.

Il salottino con il tavolino intarsiato, i vasi cinesi, i quadri, e il kimono blu appoggiato sulla sedia sussurrano note di oriente e di viaggi lontani. Gli arredi, i libri e le riviste di architettura ci svelano dettagli sui proprietari, dalle loro passioni artistiche alla loro dedizione alla lettura. Tuttavia, con la loro scomparsa, questa villa incantevole è rimasta chiusa e abbandonata. Solo la luce fioca che entra da porte e finestre socchiuse continua a illuminare quei ricordi ormai sbiaditi dal tempo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *