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Ritorno al Barone
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LA VILLA DEL BARONE O MEGLIO LA VILLA PELLATI

Ci sono un sacco di edifici in rovina in tutto il mondo,

ma non pietre in rovina.

(Hugh MacDiarmid)

Mesi fa ho pubblicato un articolo qui sul mio blog di una villa molto bella e particolare chiamata nel mondo urbex la villa del Barone di Münchausen, per mesi e mesi ho cercato questo luogo e quando ho pubblicato i miei scatti non ho raccontato la sua storia per evitare che i tesori che ancora conteneva non fossero rubati.

In realtà le cose nelle settimane successive sono andate un po’ diversamente da come credevo, una grande quantità di persone ha esplorato la villa destando la curiosità e la preoccupazione dei vicini che hanno allertato e autorità e rintracciato finalmente i proprietari per mettere al sicuro questo luogo meraviglioso. La villa infatti conteneva un splendida libreria e anche una collezioni di minerali unica perchè appartenuta ad uno dei più importanti geologi della storia piemontese: Nicola Pellati.

L’edificio purtroppo negli anni ha conosciuto un momento buio dopo lo splendore, le liti per l’eredità, la difficoltà di mantenere una struttura così importante e versa in condizioni non ottime. Ma ora forse c’è la volontà dei proprietari di cercare dei fondi per riportarla in vita recuperando queste stanze piene di fascino.

Dopo diversi mesi sono ritornata, ho visto il glicine che ricopre la casa fiorito e ho conosciuto una delle proprietarie, che mi ha raccontato le vicissitudini che hanno portato all’abbandono.

Ecco gli scatti fatti nella mia seconda visita con più calma, sono dettagli, particolari, luci che mi erano sfuggite nella prima visita frettolosa in un pomeriggio grigio d’inverno…

ATTUALEMENTE LA VILLA E’ VISITABILE CON UN PICCOLO CONTRIBUTO PER AIUTARE IL RESTAURO SCRIVENDO A: visitevillapellati@gmail.com

Nicola Pellati è stato un ingegnere e geologo italiano. 

Nel 1859 , subito dopo la laurea in ingegneria, conseguita a Torino, venne assunto nel Corpo delle Miniere e inviato a specializzarsi presso la Scuola superiore delle miniere di Parigi . Come ispettore del Corpo compì varie missioni nelle regioni metallurgiche austriache e in Germania. Fu direttore, in tempi diversi, dei distretti minerari di Torino, Belluno. Inglesias, Genova, Ancona, e Agordo.

In quest’ultima località fondò, nel 1868, la prima sezione del Club Alpini Italiano delle Dolomiti, L’anno successivo pubblicò una breve guida dal titolo Itinerario da Venezia ad Agordo, di ausilio per gli alpinisti viaggiatori. Fu direttore e docente dell’istituto minerario sino al 1871.

Al secondo congresso internazionale di geologia, che si tenne a Bologna nel 1881, svolse una relazione sulle formazioni ofiolitiche in Italia. In quella sede partecipò alla fondazione della Società geologica italiana, di cui sarebbe stato presidente per il 1900. Nel 1892, alla morte di Felice Giordano, lo sostituì al vertice del Corpo delle Miniere. Nello stesso anno fu messo a capo dell’Ufficio della carta geologica del Regno d’Italia. Su questo tema, durante il secondo congresso geografico italiano, che si tenne a Roma nel 1895, sviluppò una specifica relazione.

Nell’ambito dell’esposizione universale di Parigi del 1900, partecipò al congresso internazionale delle miniere e della metallurgia, con tre relazioni, di cui due sul trattamento dei minerali, rispettivamente in Sardegna e in Sicilia, e una sull’uso del filo elicoidale per il taglio del marmo.

Nel 1903 coordinò l’importante Studio geologico-minerario sui giacimenti di antracite delle Alpi occidentali italiane (Memorie descrittive della carta geologica d’Italia, XII, Roma, p. 232) che raccoglie le memorie di sette autori, tra i più illustri geologi e ingegneri minerari dell’epoca (Secondo Franchi, Augusto Stella, Calogero De Castro, Domenico Zaccagna, Ernesto Oreglia, Ettore Mattirolo, Paolo Peola).

Ricevette importanti incarichi da parte del ministero dell’Agricoltura, dal quale Pellati dipendeva direttamente, ma anche da quelli dei Lavori pubblici e delle Finanze. Fu membro delle commissioni permanenti al ministero delle Finanze, al ministero dei Lavori pubblici, alla Commissione superiore metrica. Fece parte delle commissioni d’inchiesta sulle acciaierie di Terni e per la sistemazione del Lungotevere a Roma. Fu insignito della Gran croce della Corona d’Italia, della commenda dei Santi Maurizio e Lazzaro e della Legion d’onore francese.

Uomo dal comportamento austero e modesto, Pellati rimase attivo fino alla morte, avvenuta a Roma il 19 giugno 1907.


Puoi vedere le prime mie foto pubblicate qui:


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