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La casa dei fragili
La casa dei fragili

La casa dei fragili

Cosa sono le cose più pesanti? Un mare di sabbia e il dolore.
Quali sono più brevi? Oggi e domani.
Quali sono più fragili? I fiori di primavera e i giovani.
Quali sono più profonde? L’oceano e la verità.
(Christina Rossetti)

Vivere con una limitazione fisica dovuta a una malattia o a un incidente è una sfida immensa, spesso invisibile agli occhi di chi osserva dall’esterno. Ogni giorno diventa una battaglia fatta di piccoli e grandi ostacoli, dove la fatica non è solo fisica, ma anche mentale ed emotiva. Muoversi su una sedia a rotelle significa confrontarsi costantemente con barriere architettoniche, con lo sguardo degli altri, con i limiti imposti dal proprio corpo e, allo stesso tempo, con il desiderio profondo di autonomia e normalità.

Il coraggio di queste persone è qualcosa che spesso fatichiamo a immaginare. È un coraggio silenzioso, fatto di determinazione, pazienza e forza interiore.

È la capacità di rialzarsi ogni volta che la vita ti mette a terra, di trovare la luce anche nei momenti più bui. Personalmente, riconosco quanto questo coraggio sia immenso e quanto io, in quella situazione, forse non avrei la stessa forza.

Questa struttura abbandonata che vedete nelle mie fotografie un tempo ospitava ragazzi, accomunate dal fatto di essere tutti su sedia a rotelle. Entrare in quei luoghi mi ha lasciato un senso profondo di inadeguatezza. Mi sono resa conto riflettendoci di quanto io non sarei capace di lottare come loro, di affrontare con coraggio una sfida così grande. Forse, al loro posto, mi sarei arresa, schiacciata da un problema fisico così difficile da superare. Forse avrei preferito non vivere.

Ma vedere quel luogo, immaginare la forza di chi ci ha vissuto, mi ha fatto riflettere sul valore della resilienza e del coraggio che spesso diamo per scontati.

Ho appiccicato addosso l’odore dei ricordi, di porte che non si aprono in attesa delle persone care, delle difficoltà a pensare, immaginare, camminare, leggere e parlare, di intimità violate per le elementari esigenze corporali, ho appiccicato addosso l’odore della libertà persa ma mai dimenticata che gli ospiti che hanno attraversato questa casa hanno tutti indistintamente provato. La casa abbandonata per le persone fragili,

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